Fine vita, in Consiglio comunale il nostro ordine del giorno a sostegno della proposta di legge regionale

Fine vita, in Consiglio comunale il nostro ordine del giorno a sostegno della proposta di legge regionale

 

Il 28 maggio la discussione della proposta da parte dell’assemblea

 

Il fine vita è un tema che ormai da tempo, come lista civica, ci vede impegnati direttamente nella promozione di iniziative volte ad assicurare il diritto a una vita dignitosa e all’autodeterminazione in ambito sanitario: questo percorso proseguirà lunedì sera (29 maggio) con la presentazione di un ordine del giorno in Consiglio comunale a sostegno della legge regionale in materia, insieme alle altre forze di maggioranza (Partito Democratico e Più Santarcangelo).

Due anni fa abbiamo partecipato attivamente alla raccolta firme per chiedere il referendum sull’eutanasia legale, poi non ammesso dalla Corte Costituzionale: per questo ci è sembrato ovvio sostenere anche questa iniziativa, alla quale abbiamo aderito formalmente come lista civica.

In Emilia-Romagna, tra l’altro, è già stato superato il minimo previsto di 5.000 firme, ma è necessario continuare a diffondere l’iniziativa anche in relazione alla scarsa applicazione delle DAT (Disposizioni anticipate di trattamento) da parte dei Comuni.

Una battaglia per affermare il diritto all’autodeterminazione della persona che ha radici lontane: la sentenza della Consulta sul “caso Cappato” ha già riconosciusto questa possibilità in presenza di determinati requisiti, quindi ci sembra ipocrita che, nella pratica, una burocrazia inaccettabile renda di fatto impossibile la fruizione di questo diritto.

A fronte di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili da una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, la Consulta riconosce infatti il diritto a scegliere una morte rapida, indolore e dignitosa per via farmacologica.

La Consulta sottopone tale scelta a un procedimento di verifica affidato a strutture pubbliche del Servizio sanitario, invitando il Parlamento a legiferare in materia per garantire una procedura univoca e tempi certi su tutto il territorio nazionale: il vuoto normativo che perdura a tutt’oggi determina un’assenza di regole certe, e di conseguenza gravi discriminazioni nei confronti dei malati.

In questo quadro, la lista civica sostiene – e invita il Consiglio comunale a fare lo stesso – la proposta di legge regionale avanzata dall’associazione “Luca Coscioni”, pensata per colmare il vuoto normativo determinato dall’assenza di una legge nazionale.